Turismo
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Il turista, sia domenicale che stanziale, a Nemi può trovare essenzialmente due cose: natura e storia.

Se cerca la natura troverà aria pulita, cibi genuini, ottima acqua di fonte (c’è chi se ne fa scorta e la porta in città per berla durante la settimana), grande possibilità di passeggiate, nuotate nel lago, escursioni nei paesi vicini, scorpacciate di fragole. Nelle botteghe può comprare pane cotto nei forni a legna, pizza bianca e rossa e dolci rustici; ottimi salumi, miele, liquore di fragola, prodotti cosmetici naturali, mobili d’antiquariato e, dai fiorai, fiori e piante a prezzi veramente concorrenziali. E se invece ha voglia di storia, il Museo delle Navi, il Castello, le chiese e i siti archeologici sono lì ad aspettarlo.

Gli abitanti sono schietti e amichevoli, e la scelta di bar e ristoranti è davvero ampia e ce n’è per tutte le tasche e per tutti i gusti. L’Assessorato al Turismo e la Pro Loco organizzano di continuo manifestazioni ed eventi, e non è raro trovare una pregevole mostra d’arte alla sala dei Piccoli Comuni o un allestimento teatrale nella corte del Castello Ruspoli. D’estate, e cioè quando in città si soffoca e la nostra temperatura quasi montana lo consente, tutti i fine-settimana c’è musica in piazza. Se volete assistere ad uno di questi spettacoli gratuiti, non lasciatevi ingannare dalla calura di Roma e portatevi uno scialle: la sera a Nemi c’è sempre aria, e spesso i visitatori imprevidenti tornano in città infreddoliti. Ma basta attrezzarsi.

Gastronomia

A Nemi si mangia bene ovunque, e vi consigliamo di provare a turno tutti i ristoranti. Troverete menu con piatti tipici dei Castelli, dove funghi e carni la fanno da padroni, ma è facile anche trovare pesce di lago e di mare o piatti per vegetariani. Di rigore la pasta fatta in casa, sotto forma di fettuccine o di cannelloni, o di speciali ravioli a forma di fungo e ripieni di funghi, i boscarelli. A volte si trova la cacciagione. Alcuni ristoranti fanno anche la pizza, e sono pizze molto grandi e cotte a legna. Se cercate qualcosa di tradizionale dei bei tempi antichi, provate a chiedere la minestra di fagioli con la satorrea, o santoreggia montana (una delle erbe infestanti le coltivazioni di fragole, che i nemesi hanno scoperto essere un particolarissimo ed ottimo insaporitore). E per dolce i biscotti secchi da inzuppare nel vino. Oppure il dessert pigliatelo in uno dei tanti bar: coppe di fragole condite in tutti i modi, frullati di more e mirtilli, gelati di crema coi lamponi sopra. E chi più ne ha, più ne metta.

 

Sport

Per gli amanti dello sport, nelle immediate vicinanze ci sono diversi impianti sportivi. Si possono affittare campi di calcetto e campi da tennis; per il nuoto ci sono piscine nei paesi vicini, e ai Pratoni del Vivaro, dove c’è il Centro Ippico del C.O.N.I., si può andare a cavallo e prendere lezioni di equitazione. I campi da golf più vicini sono sull’Appia; al Vivaro c’è un centro di pesca sportiva (nel lago di Nemi possono pescare solo i nemesi doc) e un aeroclub molto frequentato anche dai cultori del parapendio, del deltaplano e del paracadutismo sportivo. Windsurf e canoa sono praticabili nel lago di Albano. Podismo, corsa e trekking sono possibili ovunque.

Passeggiate

Piantina dei percorsi

Camminare necesse est, come dice qualunque medico a chi fa vita sedentaria, e passeggiare a Nemi è particolarmente piacevole: l’aria è pulita, il clima è temperato e gli scorci panoramici molto belli. I turisti che hanno provato hanno scoperto che per una salutare vacanza da camminatori non è necessario arrivare fino alle Dolomiti. Ma anche i romani accaldati dall’estate di città possono semplicemente seguire un sentiero alla ricerca d’un po’ di fresco e di pace, lontani dai clackson e dall’asfalto. E allora, quando la canicola infuria, come dice Virgilio,

aestibus at mediis umbrosam exquirere vallem,

sicubi magna Iovis antiquo robore quercus

ingentes tendat ramos aut sicubi nigrum

ilicibus crebris sacra nemus accubet umbra:

"va’ invece in cerca, nel meriggio arroventato, d’una valle ombrosa, su cui la grande quercia sacra a Giove tenda dal tronco vetusto i grandi rami, o su cui incomba con la sua sacra ombra un nero bosco di fitti lecci": sembra che pensasse proprio a Nemi! La descrizione si attaglia perfettamente al nostro territorio.

Quasi tutti gli itinerari si possono percorrere anche in mountain-bike, tranne quelli a scale che si dipartono dal Centro Storico. Se volete fare l’esperienza di camminare per i boschi dove un tempo si aggirava Diana, munitevi di scarpe comode e ricordatevi di portare un golfino, perché i punti più panoramici si raggiungono salendo, e si suda; ma quando si è arrivati, il graditissimo venticello che arriva dal mare può cagionare gran bei mal di gola fuori programma... Non cogliete ciclamini né violette! Sono specie protette, e vi becchereste una bella multa.

I percorsi sono molti, e non è possibile descriverli tutti. Qui di seguito proveremo a suggerirne alcuni dei più noti. Ma boschi e pendici del cratere sono tutti esplorabili a piacere, e di bello c’è che non è possibile perdersi, dato che ovunque ci si trovi il lago fungerà da base per l’orientamento.

Le Piagge e Fontan Tempesta

Si parte da Genzano, dal bivio sull’Appia dove c’è il ristorante "Casina delle Rose". Entrando nel viale alberato, dopo mezzo km si gira a sinistra per via Lega Latina, dopo 200 metri si devia a destra per via le Piagge che dopo altri 200 metri diventa sterrata; si supera una sbarra e si comincia a salire. Poco dopo si apre una visuale sempre più ampia sul lago e il sentiero diventa più dolce. A circa 2,8 chilometri del nostro percorso, a 20-30 metri sulla sinistra del sentiero, si trova una piccola collinetta dietro la quale è celato un muro romano, non segnalato e poco conosciuto, sicuramente una villa romana ancora da riportare alla luce. Al chilometro 3,2 comincia il bosco. Inoltrandosi fra gli alberi, dopo 400 metri si giunge ad una piccola radura dove c'è un fontanile: Fontan Tempesta. Da qui partono numerosi sentieri. Lasciandoci la fontana alle spalle, giriamo a sinistra e poi teniamoci sempre sul versante più prossimo al lago, scegliendo quindi di andare a destra e in discesa. Non ci dovrebbero essere problemi di orientamento, perché basta tenere come punto di riferimento costante il lago e perché il sentiero è contrassegnato con un rettangolo di vernice rossa. Dopo 900 metri dal fontanile ignoriamo il sentiero a destra e proseguiamo dritti in discesa, e dopo altri 500 metri arriviamo sulla strada selciata (vicinissimi al paese di Nemi, che sarà alla nostra sinistra) del lago. Da qui si può raggiungere Nemi o, scendendo, il Museo delle Navi (sono altri 4 km.).

Fontan Tempesta può essere raggiunta anche dalla via dei Laghi, dal km.13.300 prima del bivio per Nemi venendo da Roma. Inoltrandosi per i campi all’altezza del vecchio Casal de’ Corsi (un posto di guardia per un contingente di soldati della Corsica, mandati in aiuto al Papa contro i briganti nel ‘500) e camminando lungo il crinale del cratere si arriva al vecchio fontanile. Solitario, seminascosto fra la vegetazione, tale da evocare immagini di divintà silvane o convegni banditeschi, fece innamorare la fantasia dei viaggiatori stranieri imbevuti di Romanticismo, che spesso lo ritrassero nei loro quadri. Seguendo un sentiero in salita verso destra, e poi un bivio a sinistra, dopo poco si arriva a Pontecchio, inconfondibile per la radura erbosa e un gruppo di pini - esattamente sopra al Museo delle Navi, che si scorgerà piccolissimo, in basso - da cui si vede fino al mare. Si può procedere a destra verso Le Piagge e Genzano o tornare a Nemi andando verso sinistra.

Dal Museo

Si può fare il giro del lago in senso orario o antiorario; comunque si arriverà a Genzano. Se procediamo in senso orario, fra i piccoli appezzamenti coltivati e la riva del lago, si incontrano, sulla sinistra, il viottolo che porta al tempio di Diana; poi i ruderi della chiesetta di s. Nicola; l’antico mulino e, al di sopra, la Fonte Egeria; poi si arriva ad uno slargo con un ristorante. Proseguendo, la strada diventa sterrata e si impenna verso Genzano; la salita è dura ma breve. Si sbuca nella Genzano vecchia, molto pittoresca e da cui si gode un bellissimo panorama del lago.

Se invece si va in senso antiorario si sale a Genzano per la via che ricalca l’antico clivus aricinus, sul cui bordo si possono ancora vedere tratti del basolato della via Virbia, costruita per il grande afflusso degli antichi Romani al Santuario. Si sbuca all’Olmata, uno dei viali alberati di Genzano.

Da Nemi

Prendendo uno qualunque dei vicoli che partono dal Corso, in salita, si entra nella parte più tranquilla del paese. Dopo qualche giro fra le case, tenendo presente che la direzione è sempre quella in salita, si arriva sulle cosiddette Coste, che fra ville e orti portano nel bosco della Principessa, con una visuale sul lago e sui tetti del paese sempre più ampia man mano che si sale. Se ci si trova su una strada a gradoni si tratta di via Le Prata, che passando accanto al fontanile coperto porta alla zona residenziale del Parco dei Lecci, da cui si può raggiungere il quartiere Le Colombe e scendere di nuovo a Nemi per la via carrabile; oppure proseguire ancora in salita su per il colle Calvarione, il punto più alto del territorio di Nemi, per un panorama veramente indimenticabile. Da qui, proseguendo nel bosco, si incontra sulla destra la zona dei Corsi da cui si può raggiungere Pontecchio, una radura con pini secolari a picco sul lago, proprio al di sopra del museo, che è forse il punto più bello di tutti, con una vista che spazia fino al mare.

Da Nemi si può anche raggiungere il lago per il viottolo pedonale usato dai Nemesi. Si passa sotto l’arco del Castello, si sbuca sul Belvedere Dante Alighieri, e sulla rupe a destra si può ammirare una singolare scultura a bassorilievo rappresentante la sofferenza umana. Usciti dalla Portella si incontra subito, a sinistra, la discesa selciata che va direttamente al lago. In qualche punto il passaggio è meno agevole, ma si passa ugualmente. Tenendosi sempre sulla sinistra si arriva rapidamente alla strada al livello del lago.

Via di s. Michele

Una passeggiata molto meno impegnativa, senza uscire dal paese, è quella della via di s.Michele. Si parte dalla discesa che costeggia le scuole medie, all’inizio del Corso; si scende fino alla caserma dei Vigili del Fuoco, si costeggia la scuola materna e ci si trova nel giardino comunale ricavato dalla selva sottostante il Castello. Un viale a tunnel fra gli alberi porta ad uno spiazzo con un bar stagionale e un bellissmo scorcio del lago; da qui si risale fino al Belvedere Dante Alighieri e ci si ritrova al Castello Ruspoli. Naturalmente la passeggiata può anche essere fatta in senso contrario.

Emissario

L'emissario si trova giù al lago, a circa un quarto d'ora di cammino dal museo, ed è visitabile, è solo un po' stretto: 70 centimetri circa. Non lo consigliamo ai claustrofobici. Entrare dentro al tunnel è un'esperienza molto emozionante, ma anche piuttosto pericolosa. Le prime decine di metri si possono percorrere senza particolari problemi o attrezzature, basta una torcia: si vedranno le guide per le saracinesche per regolare il deflusso delle acque e le canalizzazioni per l'aerazione. È consigliabile fermarsi qui. Per andare più avanti (e magari raggiungere Vallericcia, dopo quasi due chilometri) occorre organizzare una vera e propria squadra speleologica attrezzata di corde e di mute: dopo i primi cento metri infatti il tunnel diventa stretto e basso e poco più avanti è invaso in parte dall'acqua.

Monte Cavo

Di rigore è l’escursione su Monte Cavo, la cima più alta dei dintorni, dove un tempo i popoli latini avevano edificato un tempio a Giove Laziale. Del tempio purtroppo non rimane che una porzione del perimetro, visibile sulla sommità del monte sotto forma di muretto a grossi blocchi squadrati. Null’altro emerge, e verosimilmente il piazzale asfaltato ha ricoperto i resti di questo vetusto edificio che sicuramente crollò già in tempi antichi per un terremoto. Ma rimane l’antica Via Sacra, ancora a basolato romano, che partiva forse dal Santuario di Diana e si inoltra nel bosco portando fin sulla sommità. È segnalata con cartelli lungo la strada carrabile a pagamento. La salita in bicicletta la consigliamo solo agli sportivi praticanti (i ciclisti della domenica ne ricaverebbero solo un infarto), ma la passeggiata a piedi è molto piacevole, tutta in mezzo al bosco. Qua e là si hanno vedute incomparabili del lago di Nemi, e, vegetazione permettendo, anche di quello di Albano: se andate solo per il panorama vi conviene un periodo autunnale o invernale, quando, a foglie cadute, la visuale è sicuramente migliore e i colori dorati indimenticabili.

 

 

 


 

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