Il ramo doro Bisogna rifarsi al mito di Ippolito, figlio di Teseo (quel Teseo che
uccise il minotauro). Ippolito era un ragazzo molto amante della caccia
e quindi devoto ad Artemide (lequivalente greco di Diana). Sportivo,
salutista e casto, non amava molto Afrodite (Venere, la dea dellistinto
sessuale), e questa dea si vendicò facendo innamorare di lui la
matrigna Fedra. Questa fece delle avances al figliastro, Ma ad un certo punto ci fu bisogno dun successore. Un re-sacerdote della natura e degli alberi non può ammalarsi, non deve invecchiare! E deve essere sostituito prima di perdere le forze, e rifecondare la selva col suo stesso sangue. E così invalse lusanza che, chi voleva tentare di prendere la carica, doveva strappare un rametto di vischio (il ramo doro) dalla grande quercia sacra che stava nel recinto del Santuario. Chi riusciva a raggiungere il rametto poteva tentare il duello col re in carica e ucciderlo; o venirne ucciso, ovviamente. Tentavano soprattutto gli schiavi fuggiaschi, che non avevano niente da perdere perché se il padrone li riacchiappava li uccideva comunque per dare un esempio agli altri schiavi. In realtà questo cruento avvicendarsi di re è il rito delluccisione del divino paredro di cui sopra, solo che ormai siamo in periodo patriarcale: gli uomini hanno capito che la discendenza dipende anche da loro, spodestano le donne e ribaltano i ruoli. Ma lusanza sanguinosa resiste, e così il nuovo capo deve ammazzare il vecchio per prenderne il posto. Lo stesso nome Virbio la dice lunga in fatto di tramonto del matriarcato: è composto da vir, radice che indica vigore, forza, giovinezza (ne deriva laggettivo viridis, verde, che è il colore delle piante in piena floridezza) e da bios, la vita; e vir in latino significa uomo. Virbio è, insomma, luomo vigoroso, luomo che è riuscito a trionfare sulla donna ed ha preso il potere grazie alla sua forza fisica. Quanto al vischio, si tratta di una pianta parassita che cresce direttamente dal tronco degli alberi, e che agli antichi sembrava particolarmente magica perché stava, per così dire, sospesa fra cielo e terra, senza affondare le radici apparentemente da nessuna parte: quindi una cosa divina, forse anzi mandata direttamente dagli dei insieme al fulmine. Insomma, una specie di credenziale "dallalto" che bisognava avere per tentare la sorte e il dubbio onore di diventare il re del bosco, lincarnazione del Dio della vegetazione. |